Usi e Costumi – Metafore Piccanti

Bianco

Messico e Calabria, battute e doppi sensi

Il gusto dei
Messicani per le
battute piccanti

Lomelì

Lo studioso messicano Arturo Lomelì (nella foto) che fa conoscere il gusto dei Messicani per la battuta pronta e mordace, per conversazioni che, vuoi o non vuoi, fanno sempre riferimento al peperoncino. Così discutendo, una persona povera e cenciosa viene definita un peperoncino sbrindellato. Per uno che non dà sfogo alla collera o non manifesta le sue idee per paura o per vergogna si dice che pesta il chilli con il culo. L’espressione Tre tagli come al peperoncino significa tre raccolti nei campi ma per i giocatori di carte nelle osterie si riferisce al taglio del mazzo che deve essere fatto tre volte. Non metterti a contare i peperoncini si dice con disprezzo a una persona che vuole nascondere la sua avarizia con la pignoleria nei conti e nelle spese. A Felipe non mancano i peperoncini è una sfida dei giocatori di domino rivolta agli avversari. Come a dire “I pezzi da giocare non mi mancano”. Come i cani che guardano la carne e leccano il peperoncino si dice invece a una persona che sembra di avere una soluzione a portata di mano ma poi non la mette in atto e non la realizza mai. Per le persone brille o ubriache c’è un proverbio che avverte: Quando vai a mezzo chile, cercati mezza cipolla. Cioè, se non puoi contare su tutte le tue risorse, cercati un buon compagno.

Il doppio senso
basato sulla parola “chile”

Peperoncini

Chile per i Messicani significa peperoncino ma con la stessa parola indicano il pene. Così per le donne vogliose che in pubblico, nelle osterie, vogliono far sesso, si dice che chiedono chile gridando. Il peperoncino c’è sempre ma nella traduzione si perde o non si percepisce del tutto la vivacità e il colore delle conversazioni descritte da Lomelì. La cogliamo meglio nelle metafore e nei modi di dire che ritroviamo in Calabria, l’unica regione che può avvicinarsi al Messico per l’uso quotidiano del peperoncino. Non solo a tavola ma nelle conversazioni di ogni giorno.

Prestanza fisica,
bellezza, capacità
erotiche e scaltrezza,
per i calabresi sono
simboleggiati dal peperoncino

Pinocchio

I Calabresi collegano il peperoncino a cose ben precise: la prestazione fisica, la bellezza, la scaltrezza, la sveltezza e soprattutto le capacità erotiche. Pare ‘nu pipi, sembra un pepe, si riferisce a una persona svelta e veloce. Così un bambino troppo vivace viene definito un peperoncino. E proprio sull’onda di queste motivazioni l’Accademia ha promosso, negli anni scorsi, una mostra intitolata Pinocchio, peperoncino con quaranta opere del Maestro Salvatore Marchese, ispirate a “Pinocchio, bambino discolo come un peperoncino”. In tutta la Calabria una donna bella e vivace viene detta ‘nu pipi, un peperoncino. A Reggio Calabria più specificamente pipi ‘i grasta con riferimento alla grasta, i vasi di terracotta nei quali si coltivano le piante che ornano finestre e balconi. Nella provincia di Cosenza l’innamorato canta alla sua donna: Brunetta, chi a ru pipi arrassumigli. “Brunetta che somigli a un peperoncino”. Meno romanticamente il termine pipi è adoperato per indicare l’eccitazione sessuale di una donna piccante quando si riferisce a una “donna poco seria e libertina”.

Il doppio
significato della
parola “nduja”
per indicare la
specialità di Spilinga
e l’organo sessuale maschile

Nduja

Spilinga, la capitale del famoso insaccato morbido, il termine ndujaviene usato anche per indicare l’organo sessuale maschile ed è ricorrente l’espressione: “Acchiappati a ‘su gruppu di ‘nduja che significa: “Attaccati a questo nodo di ‘nduja”. La sardella è buona e prelibata e a Crucoli dicono: Si ‘ntu nfernu cci truvu ‘a sardella, cci voju jiri a mi cannalijari. “Se nell’inferno c’è la sardella ci voglio andare per bruciarmi”. Poi ritorna anche qui il riferimento alle donne e all’eros. Perché A fimmina beddra è com’a sardeddra ti nni vena gulìa appena la vidi. “La donna bella è come la sardella, ti viene il desiderio appena la vedi”. E giocando sul doppio senso, un altro detto invita maliziosamente ad assaggiarla perché sazia ogni appetito: Veni ccà, Carmela mia, su pisciceddru ti fazzu provari è nu secretu, e si ti sta cittu, iddru ti sazzia ogni pititu. “Vieni qui, Carmela mia, questo pesciolino ti faccio assaggiare, è un segreto e se stai in silenzio lui soddisfa ogni tuo desiderio”. In ogni caso è un rimedio per i mariti “pigri”. Per loro sardeddra assai!