Usi e Costumi – Curiosità e Tradizioni

Tante storie curiose

Storie curiose ce ne sono tante sul peperoncino. E tante sono le tradizioni che lo vedono protagonista. Quante ne potevano nascere in 90.000 anni di storia. Qui ce ne sono molte. Un elenco importante che potrà diventare sempre più ricco con la collaborazione degli amici accademici e di tutti quelli che amano il peperoncino.

Semi di
lunga vita

Mille consigli utili
L’uomo conosce il peperoncino da seimila anni. Il peperoncino si è diffuso in tutto il mondo con grande facilità. Per due motivi: I semi conservano il loro potere germinativo per due o tre anni, pressoché in tutte le condizioni climatiche. E poi i semi attecchiscono con facilità anche sul davanzale di una finestra.

Per ridurre
la piccantezza

Se il vostro peperoncino è tra i primi nella Scala di Scoville e volete “attenuarlo” un po, gli esperti consigliano di metterlo a bagno per un’ora in aceto e sale, nella proporzione di 4/1. Ricordate inoltre che più la cottura è lunga e più diventa pronunciato il sapore piccante. Più semplicemente, per attutire la piccantezza basterà eliminare la placenta, costituita da filamenti bianchi che si trovano in alto, vicino al picciolo e ai semi. E’ in questi filamenti infatti che si concentra la capsaicina, l’alcaloide che conferisce ai peperoncini il caratteristico sapore piccante.

Insetticida
piccante

Insetticida

Grazie ai suoi componenti, il peperoncino di Cayenna ha proprietà che possono protegger le piante dell’orto contro i loro nemici, specialmente contro certe malattie e alcuni insetti. Si può preparare un insetticida e pesticida casalingo schiacciando due peperoncini e uno spicchio d’aglio e mescolandoli a un litro d’acqua. Si lascia macerare il tutto per 24 ore, si aggiunge un cucchiaio di detersivo per i piatti, quindi si polverizza sulle piante malate o attaccate dagli insetti. Ricordiamo che è sempre meglio indossare i guanti e anche un paio di occhiali quando si maneggia la polvere di peperoncino.

Freschi o secchi.
Molti peperoncini
cambiano nome

Nomi peperoncini

Attenzione ai nomi
Molti peperoncini cambiano nome a seconda se sono freschi o secchi. Qualche esempio:
il fresco Chilaca, quando è secco diventa Pasilla; il fresco Jalapeño, da secco diventa Chipotle; il fresco Poblano, da secco diventa Ancho.
Nelle Filippine c’è l’usanza di mangiare anche le foglie della pianta di peperoncino, preferibilmente di Siling Labuyo. Queste sono utilizzate in varie ricette. Il consiglio è di provare. Ricordando che devono essere cotte!

I racconti di
Bernardino di Ribera

Bernardino di Ribera

Riti scaramantici
Il frate Bernardino di Ribera da Sahagún racconta un’antica abitudine degli antichi mercanti Aztechi. Quando tornavano a casa senza aver venduto la loro merce, la sera, mettevano nei teli delle mercanzie, due peperoncini. Gli davano peperoncino da mangiare, sperando di vendere di più il giorno dopo.

Ogni messicano
mangia ogni anno 6 Kg
di peperoncino fresco

Messico

Messico campione
Il Messico è il paese che registra il più alto consumo di peperoncino. Il consumo annuo del frutto fresco, si calcola in cinquecentomila tonnellate. In sessantamila quello secco. Nel 1985 il valore della produzione è stata calcolata in 15.000 pesos. Più di 900 milioni di euro. In media ogni messicano mangia 6 Kg di peperoncino fresco e mezzo Kg di peperoncino secco all’anno.

 

Gli studi di Szent
Giörgyi e la scoperta
della Vitamina C

Albert Szentgyorgyi

Premio Nobel e peperoncino
Il medico ungherese Albert Szent Giörgyi (nella foto) nel 1937 ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina per aver isolato la vitamina C dal peperoncino. Lo studioso era in Ungheria all’Università di Szeged, al centro dell’area in cui si coltivano i peperoncini. La moglie gliene preparò un piatto. Lui stesso ricorda: “Non mi piacquero, perciò dissi a mia moglie, che me li portavo in laboratorio. A mezzanotte di quello stesso giorno, seppi che avevo trovato un tesoro“. Aveva scoperto che peperoni e peperoncini sono una fonte abbondante di acido ascorbico, cioè di Vitamina C. In un anno ne fu studiata la struttura chimica e fu prodotta artificialmente. Meno nota è la scoperta della Vitamina P, chiamata anche citrinaAlbert Szent Giörgyi e Istzan Rusznyak la scoprirono lavorando sul peperoncino. Combinata con una proteina, questa vitamina aumenta la resistenza dei vasi capillari.

Peperoncini in bocca
per guarire le
malattie dei denti

Maya

I Maya e le negatività
Gli antichi Maya mettevano in bocca dei peperoncini, quando avevano infezioni alle gengive. La dottoressa Millicent Goldschmidt, dell’Università del Texas di Houston, ha certificato la validità di questa pratica. Il peperoncino, ricco di Vitamina C, combatteva e aiutava a guarire le malattie delle gengive.

Il peperoncino come moneta
Nell’antico Perù il peperoncino era usato come mezzo di scambio. Le bacche senza picciolo e liberate dai semi, erano chiamate “guaine” e venivano usate nei mercati come moneta. Fino alla metà del XX secolo, nella piazza del mercato di Cuzco si potevano comprare merci con una manciata di peperoncini (in genere una mezza dozzina) detta rantii.

I discendenti degli
Aztechi e le cure
dei neonati

Peperoncini a forma di croce
Nella vallata centrale del Messico, dove vivono discendenti degli antichi Aztechi, i neonati sono protetti dalle sventure con una croce formata da un peperoncino e un rametto della stessa pianta. Deve essere collocata sotto la stuoia dove dormono la madre e il bambino. Se nonostante questo il bambino si ammala, i genitori devono procurarsi un peperoncino da quattro venditori diversi, in modo che i loro negozi siano disposti in forma di croce. Dopo si cominciano le cure.

Un Istituto che
studia il capsicum
con 11 sezioni

Università del Peperoncino

L’Università del peperoncino
Las Cruces, nel Nuovo Messico, presso la New Mexico State University, c’è la sede del Pepper Chile Institute, nato nel 1973 per promuovere il peperoncino. Oggi ci sono 11 sezioni negli USA e 3.000 operatori in tutto il mondo. Pubblica un bollettino intitolato Capsicum Newsletter e un registro computerizzato dei laboratori dell’organizzazione. Una vera e propria Università del peperoncino. La loro mascotte è Chilito, una bacca di peperoncino sorridente con un berretto da chef. La bevanda ufficiale è Chile Copita. Questa è la ricetta: 2 parti di Tequila, 6 once di Blody Mary, 1 latta. Frullare il tutto e servire con ghiaccio.

Dal Messico alla
Calabria, gare di
mangiatori di peperoncino

Mangiatori di Peperoncino

Divorato di fuoco
In tutto il mondo, e specialmente in Messico, ci sono gare di mangiatori di peperoncini. I più famosi sono in Louisiana, dove si fa una gara con peperoncino Jalapeño. Durante il Peperoncino Festival, che si fa a Diamante, c’è la finale nazionale del Campionato italiano mangiatori di peperoncino. Eliminatorie in tutta Italia e poi la finale a Diamante. Ai partecipanti vengono dati piattini con 50 gr. di peperoncini tagliuzzati. Li devono mangiare accompagnando solo olio e pane a volontà. La gara dura 30 minuti. Vince chi mangia più peperoncini. Partecipano alla gara concorrenti maschi e femmine e vengono assegnati due titoli.

Le punte dei peperoncini sono sempre poco piccanti. In questa parte infatti c’è una concentrazione minima di capsaicina che è “responsabile” del sapore piccante. E’ ricorrente fra amici lo scherzo di far assaggiare le punte per rassicurarli ed incoraggiarli… per poi sorridere quando si mangia il resto e la bocca brucia.

Proverbi e detti in tutto il mondo
Dal Messico alla Calabria, sono tantissimi i detti e i proverbi. Sono tramandati oralmente e perciò non è facile riportarli.

Tutta la pioggia possibile non lava via la forza di un peperoncino. (Proverbio di Guadalupe)
Un’elezione senza inganni è come un brodo senza peperoncino. (Proverbio creolo)
Il rischio è il peperoncino dell’amore. (Proverbio francese)
A casa degli estranei il peperoncino sembra più forte. (Proverbio indiano)

Malocchio

Contro il malocchio
Molte tribù indiane dell’America del Nord e del Sud utilizzavano il peperoncino come valuta per i loro commerci. Per loro era anche un potente talismano capace di proteggere dal male. Perciò legavano ghirlande di peperoncini alle loro canoe. Servivano ad allontanare gli spiriti cattivi dell’acqua. Anche oggi in Calabria e in Abruzzo c’è l’abitudine di appendere corone di peperoncini dietro la porta d’ingresso col compito di allontanare ogni tipo di nemici. Ecco alcuni rituali brasiliani: “Per assicuravi la fedeltà di vostro marito preparategli una bistecca con sale, cipolla e peperoncino e servitegliela a pranzo. Conservatene gli avanzi e sotterrateli sotto la porta della cucina” … ammesso che non si sia mangiato tutto, diciamo noi! “Per viaggiare senza inconvenienti, portate con voi 7 peperoncini Dacosta seccati”“Per recuperare denaro che vi è dovuto, andate fino a una pianta di peperoncino e dite tre volte: ‘Ewè, est mi kalù’, strappate sette foglie della pianta per sfregarvi la pianta dei piedi prima di andare dalla persona che vi deve il denaro”.

Tuorli d’uova e
canarini più rossi

Capsaicina in pollaio

Capsantina nel pollaio
E’ una sostanza che si trova nel peperoncino; è quella che da alle bacche il caratteristico colore rosso fuoco. Viene estratta chimicamente ed utilizzata come colorante nell’industria alimentare. E’ una sostanza insapore che non fa male alla salute. Impastata per esempio nella carne dei salami, dà a questi una colorazione che li rende più appetitosi. Nei tempi più antichi veniva utilizzata anche per colorare stoffe e tappeti e pare che il peperoncino tritato venisse messo a macerare col cotone e con la lana. Prima dell’estrazione chimica, ed in tempi più recenti, se ne servivano empiricamente i contadini e successivamente i pollicoltori. Mescolando ai mangimi per le galline un pò di polvere di peperoncino si resero conto che i tuorli acquistavano un colorito arancione di gran lunga più interessante di quello naturale dell’uovo che è più tendente al giallo sbiadito. Mi dicono che oggi molti allevatori di polli utilizzano questo sistema empirico. Mi dicono anche che i primi contadini che fecero l’esperimento speravano in una maggiore produzione di uova … evidentemente convinti delle virtù afrodisiache del rosso ortaggio. Sempre la capsantina, ravviva le piume degli uccelli. Perciò a Zanzibar e nel Texas aggiungono peperoni o peperoncini al mangime di canarini e fringuelli. I risultati arrivano in tre settimane.

Una zuppa saporita
e piccante

Stufato

Uno stufato per detenuti
Dal New Messico fino a New York furoreggia uno stufato che si chiama “chile con carne”. Carne di ogni tipo con moltissimo peperoncino. Il piatto è originario del Texas dove ha fatto la sua comparsa intorno al 1850. La carne abbondava, il peperoncino cresceva da solo nei campi e fu naturale per i cow-boys alla conquista del West mettere assieme una pietanza fatta con le principali risorse. Carne e peperoncino venivano messi a bollire fino a formare una zuppa saporita e piccante. Pare che questa pietanza fosse il mangiare quotidiano delle carceri e il cibo veniva giudicato così bene dai detenuti che molti delinquenti commettevano nuovi reati per ritornare in carcere. Col passare degli anni il chile si è evoluto e trasformato e non mancano quelli che vi aggiungono fagioli, carne di pollo, cumino, aglio e origano messicano. Così le discussioni sulla preparazione dell’antico piatto si moltiplicano ogni giorno. Sono sorti anche dei comitati di studio, di approfondimento e di valorizzazione del chile. Con tanto di sagre, premi, concorsi e notiziari di informazione.

Fumi per i bambini
e peperoncino sui
capezzoli delle mamme

Strumenti di punizione
Il piccante dei peperoncini è stato utilizzato da sempre come strumento di punizione. Due esempi per tutti ci vengono dai Maya che esponevano i bambini cattivi al fumo prodotto dalla combustione dei peperoncini e sfregavano frutti freschi sui genitali delle adultere. Il Codice Mendocino raffigura un bambino che viene quasi asfissiato con fumo di peperoncino. E ancora oggi gli Indios Popolocan, vicino a Oaxaca, puniscono in questo modo i bambini disobbedienti. In varie tribù del Perù veniva applicato succo di peperoncino sui capezzoli delle madri per costringere i bambini a non cercare l’allattamento. In tempi più recenti, l’idea di utilizzare il peperoncino come strumento di difesa, ha avuto grande successo.

Bombolette spray
e progetti bellici

Spray

Peperoncino come difesa
In America sono state messe in commercio bombolette spray con capsaicina, usate come difesa personale. Con una di queste bombolette a portata di mano le signore americane possono tener lontani i malintenzionati. Lo spray alla capsaicina, spruzzato al momento giusto, li allontana definitivamente. Di recente, al posto delle bombolette, sono state fatte penne, accendini ed altri oggetti. Sempre contenenti spray alla capsaicina. Ma l’utilizzazione del peperoncino per “uso bellico” non è un’idea recente. Già gli Incas nella loro guerra contro gli invasori spagnoli, in condizioni di vento favorevole, bruciavano il peperoncino piccante sul campo di battaglia. Il fumo infuocato, portato dal vento, accecava temporaneamente i nemici e gli Incas riuscivano a fuggire o a guadagnare tempo per organizzare la difesa. Nel 1964 l’U.S. Army ha condotto esperimenti per utilizzare la capsaicina come “arma non letale e non lesiva”, solo temporaneamente invalidante. Un’arma utilissima per guerre civili, sommosse e attentati di persone.